Pizzofalcone

 

Home
Pizzofalcone
Borgo di Chiaia
Toledo

Monumenti ed architetture di rilievo.

PIZZOFALCONE

Santa Maria Apparente, San Nicola da Tolentino, Istituto Suor Orsola Benincasa, San Carlo alle Mortelle, Complesso dell’Istituto Mondragone: Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Museo di Storia del Costume, Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone, Palazzo Serra di Cassano, Chiesa della scuola militare Nunziatella, Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone, Istituto d’Arte Filippo Palizzi: Museo Artistico Industriale, Santa Croce di Palazzo, Santa Lucia a mare, Santa Maria della Catena, Crocelle al Chiatamone, Borgo Marinari, Castel dell’Ovo

Santa Maria Apparente

La chiesa fu fondata da padre Filippo da Perugia nel 1581 per ospitare un’immagine sacra della.Vergine. L’architetto Giovan Battista Lavagna curò il progetto originario. Alla denominazione più antica della chiesa, Santa Maria Apparente, come risulta da una lapide del 1624, la tradizione popolare ne ha affiancata un’altra "Santa Maria a Parete" con un procedimento paretimologico. La chiesa venne ampliata per volere di padre Eugenio da Perugia tra il 1634 ed il 1656. L'impianto è a navata unica. I ritratti dei due padri fondatori, che la chiesa custodiva, sono stati rubati e gli originali sono stati sostituiti da copie moderne. Sull'altare maggiore è collocata una tavola di Giulio dell'Oca, del 1611, raffigurante la Vergine con i Santi Francesco ed Antonio con lo sfondo della collina di Sant 'Elmo. Il convento, per un periodo adibito a carcere, è oggi occupato da abitazioni private.

 

San Nicola da Tolentino

La chiesa, con l'annesso convento, fu costruita sul posto di un palazzo che Scipione de Curtis donò agli Agostiniani nel 1618. Il progetto fu affidato all'architetto Giovan Battista Conforto, ma della struttura originaria seicentesca resta oggi solo lo scalone in piperno a doppia rampa. Nel 1711, come risulta da una lapide collocata all'interno della chiesa, si ebbe una prima complessiva ristrutturazione del complesso, forse ad opera di Domenico Antonio Vaccaro. Un secondo rifacimento si ebbe nel 1733, data riportata sui resti del pavimento maiolicato, ancora visibili nella seconda cappella a destra. L'interno della chiesa fu ristrutturato alla fine del XIX secolo. L'altare maggiore, datato 1711, viene attribuito al marmoraro Bartolomeo Granucci. Sulle pareti della tribuna sono collocate quattro tele eseguite nel 1886 da Francesco Altamura con la collaborazione di Bernardo Hay: raffigurano due Apparizioni della Vergine a Lourdes, l'Incoronazione della Vergine e il Corteo a Lourdes.

 

Istituto Suor Orsola Benincasa

Il complesso fu fondato nel 1581 da Orsola Benincasa e comprendeva un eremo e un monastero con annesse due chiese. Le chiese di Suor Orsola furono un punto di riferimento importante per la popolazione di Sant'Elmo. Dopo l'Unità d'Italia, il monastero si trasformò in scuola sfuggendo così alla soppressione degli ordini religiosi. Adelaide del Balzo Pignatelli ne fece poi un centro educativo laico legato ad un progetto di emancipazione femminile. Nella chiesa dell'eremo oggi sconsacrata, la cosiddetta Sala degli Angeli, sono notevoli lo splendido altare marmoreo e i dipinti di Andrea Vaccaro e Andrea Malinconico. Nella chiesa del monastero lavorò invece Belisario Corenzio. Il complesso è sede dell'Istituto Universitario di Magistero ed ospita la Raccolta d'Arte della Fondazione Pagliara, con splendidi dipinti di Giordano, Corot, De Mura.

Via Suor Orsola 10

 

San Carlo alle Mortelle

Il poggio delle Mortelle, prende il suo nome o dalle proprietà della famiglia De Troyanis Y Mortella o dagli alberi di mirto presenti in zona. Durante il medioevo fu sede di romitaggi e nel corso del seicento numerosi ordini religiosi vi posero le loro dimore. La costruzione della chiesa fu iniziata nel 1616 per volere dei padri Barnabiti. Vicino alla chiesa sorse poi il primo collegio di San Carlo. La chiesa conserva dipinti sulla vita del santo di Antonio De Bellis e due magnifiche acquasantiere. La facciata e l'altare risalgono alla seconda metà del Settecento. Nel 1737 Carlo III vi istituì il Laboratorio delle Pietre Dure e la Fabbrica degli Arazzi; il nuovo collegio, affidato ai Padri Scolopi, si trasferì sull'edificio a monte, tra le chiese di San Carlo e Santa Maria Apparente. Notevoli sono la sala con la tela raffigurante Alessandro de' Medici mentre rientra trionfatore a Firenze, opera di Francesco Solimena e la volta dipinta dal De Matteis. Il Collegio restò agli Scolopi fino al 1865. In quell'anno divenne sede del Ginnasio Umberto I. Attualmente ospita la scuola media Vittorio Emanuele II.

 

Complesso dell’Istituto Mondragone: Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Museo di Storia del Costume

La chiesa fu realizzata nel 1715 da Arcangelo Guglielmelli ed è uno degli esempi più significativi dell'architettura tardo-barocca. L'impianto è il risultato della sovrapposizione di una croce greca su una matrice ottagonale. Il Nauclerio curò il progetto ornamentale dell'edificio privo di stucchi e apparati fastosi. Tra i notevoli arredi della chiesa prezioso è il coro ligneo del 1725, opera di Giuseppe Ricciardella. L'altare maggiore, realizzato con il paliotto di stucco, fu progettato da Giuseppe Scarola. L'altare attuale e la riquadratura della Madonna delle Grazie, opere di Ferdinando Sanfelice, risalgono al 1743. L'Istituto nacque nel 1655, per volere della duchessa Elena Aldobrandini come centro educativo per fanciulle povere. Nel 1870 fu riconosciuto dallo Stato come "ente morale" con finalità educative, alle dipendenze del Ministero per la Pubblica Istruzione. Ospita una mostra sulla storia del costume e una esposizione di ricami artigianali in seta ed oro, tessuti e paramenti sacri.

 

Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone

La chiesa fu edificata nel 1587 per volere di Costanza Doria del Carretto, che la donò ai Teatini. Tra il 1600 ed il 1610 i padri ne vollero un rifacimento integrale e ne affidarono il progetto a padre Francesco Grimaldi. Il monastero invece fu realizzato su disegno di Giovanni Guarini. L'impianto è a tre navate con cupola e cappelle laterali. Il programma della decorazione interna fu curato da Giovan Battista Beinaschi, cui si deve un ciclo di affreschi databile intorno al 1670-80: il Paradiso nella cupola, gli Evangelisti nei peducci, l'Immacolata, la Natività e l'Annunciazione nella volta, l'Assunzione della Vergine nella tribuna, la Visitazione e lo Sposalizio nel transetto. Nella Cappella dell'Immacolata, la seconda a sinistra, è collocata una tela raffigurante l'Immacolata, opera di Massimo Stanzione. La chiesa conserva tre dipinti di Giovan Bernardo Azzolino, databili al 1630 circa: una Sacra Famiglia, l'Angelo Custode e San Carlo Borromeo. Nel coro si trova un San Gaetano di Luca Giordano.

Civico 3 - 5.

Orario: 7,30 - 11,00; 17,00 - 19,00. Festivi: 7,30 - 13,00; 17,00 - 19,00.

 

Palazzo Serra di Cassano

Il palazzo sorge sulla collina di Pizzofalcone sulla cui cima Lucullo fece costruire una villa fortificata con ampi giardini e dove in epoca medievale sorsero monasteri e fortificazioni. A partire dal ’500, invece e poi per tutto il ‘600 e ‘700 la zona si riempì di palazzi aristocratici e signorili assumendo quei caratteri di austerità e nobiltà ancora oggi riscontrabili. Il palazzo Serra di Cassano fu edificato nella prima metà del ‘700 dall’architetto Ferdinando San Felice. In origine l’ingresso principale era quello su via Egiziaca. Il portone, però, fu fatto sprangare in segno di protesta dal principe Serra, dopo che Ferdinanado IV aveva rifiutato la grazia al figlio Gennaro che aveva sostenuto la rivoluzione partenopea del 1799. Il prospetto su Monte di Dio è caratterizzato da un ordine gigante in stile corinzio che inquadra finestre a timpano regolare e balconi arcuati in piperno. Di grande effetto è lo scalone di accesso al piano nobile. Il palazzo è oggi sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

 

Chiesa della scuola Militare Nunziatella

La chiesa fu fondata nel 1588 dalla nobildonna Anna Mendoza Marchesana della Valle, che la regalò ai Gesuiti. I padri vi istituirono il Novizito e la ristrutturarono completamente nel 1713 cancellando ogni traccia della struttura cinquecentesca. I lavori vennero affidati all’architetto Ferdinando Sanfelice. Nel 1773, espulsi i Gesuiti, il complesso venne affidato ai padri Somaschi perché ne facessero un collegio per i figli dei cavalieri dell’ordine di Malta. L’anno seguente, invece, Ferdinando I vi aprì il Real Collegio Militare e i padri Somaschi si trasferirono al Gesù Vecchio. L’interno è a navata unica con cappelle laterali. Francesco De Mura si occupò della decorazione della chiesa: affrescò l’abside, datato 1732, con la raffigurazione dell’Adorazione dei Magi e la volta nel 1751 con l’Assunzione della Vergine e le Virtù. Giuseppe Sanmartino realizzò l’altare maggiore nel 1756-57 lavorando probabilmente su dei progetti di Ferdinando Sanfelice.

 

Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone

La chiesa, con l'annesso monastero, fu fondata nel 1616 da alcune monache Agostiniane, che lasciarono l'Egiziaca a Forcella per ritirarsi in più stretta clausura. Nel 1648 le suore ristrutturarono l'intero complesso. I lavori furono affidati a Cosimo Fanzago, ma dal 1655 furono diretti da Francesco Antonio Picchiatti, Antonio Galluccio e Arcangelo Guglielmelli, che mutarono in parte il progetto iniziale fanzaghiano. L'impianto è a pianta centrale. Sugli altari dei cappelloni laterali sono esposti due dipinti di Paolo De Matteis, raffiguranti la Vergine e Santi. Il pavimento maiolicato è databile al 1717 circa. L'altare maggiore fu progettato nel 1738 da Giuseppe Bastelli, al di sopra di esso si trova una tela raffigurante la Vergine, Santa Maria Egiziaca e Sant 'Agostino, opera di Onofrio Palumbo. La chiesa conserva tre statue lignee di Nicola Fumo raffiguranti l'Angelo Custode, l'Immacolata Concezione e San Michele Arcangelo, che risalgono al secondo ventennio del XVIII secolo.

Via Egiziaca a Pizzofalcone 30

Orario: 8,30 - 10,30. Festivi: 8,00 - 13,00.

 

Istituto d’Arte Filippo Palizzi: Museo Artistico Industriale

L'Istituto d'Arte, intitolato a Filippo Palizzi che ne fu direttore, fu fondato dal principe Gaetano Filangieri nel 1878 con la collaborazione di Demetrio Salazar. L’Istituto si proponeva di formare i giovani in varie attività artigianali: ceramica, lavorazione dei metalli e delle pelli, oreficeria, litografia. L’Istituto, ispirandosi alle più moderne tendenze europee, ha curato una ricca collezione di oggetti d’arte perché gli allievi potessero avere dei modelli cui ispirarsi. La raccolta comprende oggetti antichi e contemporanei ed è in continua espansione. Il Museo Artistico Industriale venne inaugurato nei locali dell’ex Collegio della Marina Borbonica nel 1889. La raccolta si è andata via via arricchendo dei lavori prodotti dagli allievi dell'istituto. Il materiale conservato varia dai tessuti copti del V secolo alle maioliche napoletane, dagli oggetti di ebanisteria ai gioielli.

 

Santa Croce di Palazzo

La chiesa fu edificata agli inizi dell’ottocento in luogo della più antica Santa Maria della Croce. Quest'ultima risaliva all’età angioina e fu eretta in un luogo, detto "della Croce", dove era venerata un'immagine della Vergine. Per volere di re Roberto d'Angiò la chiesa fu unita nel 1327 alla reale cappella di San Luigi, che si trovava sul sito dove attualmente si trova San Francesco di Paola. Sancia di Maiorca, la moglie di Roberto, vi fondò un convento nel quale si rinchiuse nel 1344 col nome di Suor Chiara di Santa Croce e dove venne sepolta nel 1345. Quando le monache si trasferirono a Santa Chiara, al tempo della regina Giovanna II, il complesso della Croce rimase in stato di abbandono. Alfonso I d'Aragona lo dichiarò nuovamente cappella reale, affidandolo nel 1443 ai frati riformati di San Francesco. Nel 1774 i frati passarono al Gesù Nuovo, e il convento divenne sede dai cadetti. Nel 1778 il complesso venne distrutto e al suo posto venne edificato il palazzo del principe di Salerno. La chiesa sopravvisse fino al 1810, quando venne demolita.

 

Santa Lucia a Mare

La leggenda vuole che la chiesa originaria, costruita in riva al mare, sia stata fondata da una nipote dell'imperatore Costantino. Se ne hanno notizie già intorno al IX secolo. Nel 1588 la chiesa fu ricostruita integralmente per volere della badessa Eusebia Minadoa. Nel 1845 per la costruzione della strada del Chiatamone, il cui livello venne notevolmente alzato, l’edificio cinquecentesco fu completamente interrato e al di sopra fu edificata una nuova chiesa. Quest'ultima venne bombardata nel 1943 e nuovamente ricostruita nel dopoguerra. Sull'altare maggiore si trova una statua lignea raffigurante Santa Lucia, opera dei primi anni del XVIII secolo probabilmente di Nicola Fumo. Nella cantoria è esposta una tavola del Rosario, opera di Teodoro d'Errico del 1588. La chiesa conserva anche un dipinto di Gioacchino Toma con il Ritratto del sacerdote Luigi Villani, molte opere però sono andate perdute durante l'ultima guerra.

 

Santa Maria della Catena

La chiesa venne fondata nel 1576 dagli abitanti della zona. La denominazione "della Catena" ha un'antica origine siciliana. La leggenda racconta di un miracolo avvenuto a Palermo nel 1390: tre innocenti condannati erroneamente a morte, videro rimandata la loro esecuzione a causa di una pioggia battente. Nella chiesa di Santa Maria del Porto, dove erano imprigionati, le catene si spezzarono per un intervento miracoloso della Vergine. Per questo la chiesa assunse la nuova intitolazione "della Catena". L'edificio cinquecentesco napoletano venne ricostruito nel XVIII secolo su disegno dell'architetto Carmelo Passero. La decorazione interna a stucco della cupola e del cupolino fu realizzata alle soglie del Settecento da Gabriele Barrile, in collaborazione con gli ingegneri Cristoforo Schor e Andrea Canale. Alla chiesa è connessa la festa popolare della Catena, durante la quale viene incendiata sulla spiaggia una barca tra balli e canti.

 

Crocelle al Chiatamone

La chiesa venne costruita agli inizi del ‘600 con i donativi dei cittadini ed in particolare della nobildonna Giulia della Castella. La corretta denominazione è quella di "Concezione al Chiatamone", mentre il nome di "Crocelle" deriva dal fatto che i padri Ministri degli Infermi dall'annesso monastero sono detti appunto Crociferi. Tra il 1617 ed il 1627 i frati ampliarono il complesso che fu poi soppresso nel decennio francese. La chiesa venne riaperta nel 1821. L'impianto è a croce latina con unica navata e cappelle laterali. Nella seconda metà del XVIII secolo si ebbe un rifacimento della facciata su disegno di Bartolomeo Vecchione. Ai piedi dell'altare si trova la Tomba di Paolo De Matteis, morto nel 1733, pittore del quale la chiesa conserva numerose opere, tra le quali l'Immacolata Concezione sull'altare maggiore, il San Camillo de Lellis, fondatore dei Crociferi, nel transetto sinistro, il Transito di San Giuseppe, nel transetto destro. A sinistra dell'ingresso si trova un Crocifisso ligneo dell'Azzolino, datato 1614.

 

Borgo Marinari, Castel dell’Ovo

Il castel dell’Ovo sorge sull'isolotto dell'antica Megaride, luogo d’approdo, 2700 anni fa, dei primi navigatori greci. Su questo sito il patrizio romano Lucullo fece erigere una sua fastosa villa. Fu sede verso la fine del V secolo di alcuni monaci basiliani, i quali fondarono qui il cenobio di San Salvatore, di cui sopravvive oggi l'antica chiesa. In periodo ducale sull'isolotto fu costruito un fortilizio e i monaci vennero trasferiti altrove. I Normanni nel XII secolo ne fecero la loro sede e promossero l'ampliamento della fortificazione affidandone il progetto all'architetto Buono. Risale a questo periodo la torre detta appunto "Normandia". Un ulteriore rafforzamento della struttura venne realizzato dagli Svevi. Al XIV secolo pare risalire l'attuale denominazione dovuta, secondo una famosa leggenda a Virgilio che avrebbe nascosto qui un uovo a cui sarebbero legate le sorti del castello e della città. Durante il periodo vicereale fu effettuata una ristrutturazione cui si deve l'aspetto attuale del castello. Alla fine del XIX secolo venne realizzato, al di fuori della cinta muraria, un piccolo borgo di pescatori.